
"Due uomini vestiti come vagabondi, Estragone e Vladimiro, si trovano sotto un albero in una strada di campagna. Sono lì perché un certo Godot ha dato loro appuntamento.
Il luogo e l'orario dell'appuntamento sono vaghi.
I due non sanno neanche esattamente chi sia questo Godot, ma credono che quando arriverà li porterà a casa sua, gli darà qualcosa di caldo da mangiare e li farà dormire all'asciutto.
Mentre attendono passa sulla stessa strada una strana coppia di personaggi: Pozzo, un proprietario terriero, e il suo servitore, Lucky, tenuto al guinzaglio dal primo.
Pozzo si ferma a parlare con Vladimiro ed Estragone.
I due sono ora incuriositi dall'istrionismo del padrone, ora spaventati dalla miseria della condizione del servo.
Lucky si rivela tuttavia una sorpresa quando inizia un delirante monologo erudito che culmina in una rovinosa zuffa tra i personaggi.
Pozzo e Lucky riprendono il loro cammino. Intanto è calata la sera.
Godot non si è fatto vivo.
Arriva però un ragazzo, un giovane messaggero di Godot, il quale dice a Vladimiro e a Estragone che il signor Godot si scusa, ma che questa sera non può proprio venire.
Arriverà però sicuramente domani.
I due prendono in considerazione l'idea di suicidarsi, ma rinunciano.
Poi pensano di andarsene, ma restano.
L'indomani Vladimiro ed Estragone attendono sotto l'albero l'arrivo di Godot.
Di nuovo vedono passare Pozzo e Lucky (Pozzo nel frattempo è diventato cieco, sull'albero sono spuntate due o tre foglie).
Di nuovo si intrattengono con il padrone e il servo.
Di nuovo Pozzo e Lucky se ne vanno.
Di nuovo arriva il messaggero a dire che Godot stasera non può venire ma verrà sicuramente domani.
Di nuovo prendono in considerazione l'idea di mollare tutto.
Di nuovo rinunciano.
Fine."
Questa è la sintesi di Aspettando Godot, di Samuel Beckett, opera che ho apprezzato col tempo.
La prima volta Maria Teresa mi ha costretto ad andarla a vedere, quando lei recitava quest'opera a teatro.
Allora non l'apprezzai, sarà stato per il teatro, cioè stanzino, angusto; sarà stato per gli attori, non molto calati nella parte, sarò stata io poco propensa, ma mi sono fatta delle risate...
Poi ho trovato il copione di Maria Teresa tra i libri da studiare e, tra un mosaico e l'altro, ho iniziato a leggere l'opera e ha iniziato a piacermi.
Migliaia sono state le critiche a quest'opera, così come in Godot si è cercato di vedere un simbolo: Dio, il più spesso citato, il destino, la morte, la fortuna.
Ed a questa tragicommedia costruita intorno alla condizione dell'attesa ho dedicato il mio Blog....
io che ho il vizio di scappare...
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